Cronaca

Chiede ricetta medica e scopre che per il Fisco è morto da mesi: Fortunatamente sono risorto

La singolare storia del 75enne Pietro Fanticini, imprenditore emiliano in pensione. L’uomo ha scoperto che il dottore non poteva prescrivigli nulla in quanto per il Fisco era morto già nel dicembre scorso. L’Agenzia delle Entrate, informata, ha risolto il problema.

Conduceva normalmente la sua vita, pagando tasse e occupandosi degli affari quotidiani ma non sapeva che invece per lo Stato lui era morto già da alcuni mesi. È la singolare storia del 75enne Pietro Fanticini, imprenditore emiliano in pensione che probabilmente avrebbe continuato a vivere la sua vita per mesi senza sapere nulla della sua presunta morte se non avesse avuto bisogno di alcuni farmaci e dunque di una ricetta medica.

Così infatti l’uomo ha scoperto che il dottore non poteva prescrivigli nulla in quanto per il Fisco era morto già nel dicembre scorso. Un evidente errore che però è costato al 75enne grattacapi e varie richieste formali. Problemi che non hanno intaccato però lo spirito goliardico che, denunciando la sua finta morte, ha scritto: “Da quando l’ho scoperto mia moglie Franca, ormai vedova, piange singhiozzando sul divano di fianco a me mentre mi ricorda i 55 anni passati insieme. I miei figli, tramite WhatsApp, mi chiedono la consistenza dei beni lasciati in eredità. Il mio medico è disperato perché ha un paziente in meno. Spero solo che l’Agenzia delle Entrate smetta di farmi pagare tasse e imposte, visto che mi hanno dato per morto.”.

Alla base dell’errore, ammesso dall’Agenzia delle Entrate, una omonimia con un suo concittadino deceduto effettivamente lo scorso anno. Nessuna comunicazione errata dall’Anagrafe, però, all’origine del tutto ci sarebbe una errata comunicazione della dichiarazione di successione presentata dagli eredi del defunto.

In una nota l’Agenzia delle entrate infatti ha spiegato che “un notaio ha inserito il codice fiscale del signor Pietro Fanticini al posto di quello di un altro contribuente, omonimo, in sede di dichiarazione di successione di quest’ultimo”. Fortunatamente tutto si è risolto dopo la comunicazione dell’errore. “Mi ha chiamato l’Agenzia delle Entrate, dicendomi che aveva ripristinato la realtà dei fatti. Sono risorto alle 13″, ha confermato ieri con ironia il signor Fanticini, soddisfatto per il risultato. “A seguito della segnalazione, l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Reggio Emilia ha corretto l’errore e ha contattato il professionista, che ha conseguentemente trasmesso la dichiarazione di successione con il codice fiscale giusto” spiegano dall’Ente.

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